È molto difficile rispondere a questa domanda senza ulteriori dati.
In linea di principio, la riemergenza clinica dello stesso isolato di PRRSV in un allevamento si produce di solito perché ci sono sottopopolazioni di suini senza un’adeguata immunità (o perfino suini naïve).
Di conseguenza, vengono osservati segni clinici in animali senza precedente immunità attiva. In tal caso, la sieroconversione si verifica in poco tempo (7-14 giorni) dopo l’insorgenza dell’infezione. Altra questione è l’introduzione di un nuovo ceppo di PRRSV in una mandria già infettata/vaccinata. Quando ciò avviene, il risultato di questa nuova introduzione può variare da quasi nulla a malattia clinica grave, a seconda della virulenza del nuovo ceppo e della protezione offerta dall’immunità preesistente.
In tali circostanze, ossia l’introduzione di un nuovo isolato virulento, gli animali non devono necessariamente mostrare sieroconversione in ELISA. Di fatto, quando abbiamo eseguito esperimenti di esposizione a virus eterologo in suini con immunità preesistente, non è stata sempre osservata sieroconversione.
Ciò sembra avere una componente idiosincratica, ma è anche correlato agli isolati virali coinvolti. Se si teme di essere in presenza di un focolaio epidemico in un allevamento vaccinato/immune, concentrarsi sugli animali malati e sui nuovi nati, utilizzare la PCR per il rilevamento del virus e procedere al sequenziamento per confrontarlo con l’isolato precedentemente presente nell’allevamento.
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Centre for Research on Animal Health (CReSA), Barcelona University (UAB) – Spain